Cosa indica davvero l’indice di qualità dell’aria che vedi al telegiornale? Ecco come viene calcolato

L’indice di qualità dell’aria che viene comunicato al telegiornale rappresenta una valutazione sintetica e facilmente comprensibile dello stato dell’inquinamento atmosferico in una determinata zona. Questo indicatore, chiamato in Italia sia IQA (Indice di Qualità dell’Aria) sia AQI (Air Quality Index) a livello internazionale, è pensato per fornire ai cittadini una panoramica immediata della salubrità dell’aria, svincolata dalle unità di misura e dai limiti tecnici che caratterizzano i diversi inquinanti atmosferici.

Funzione e utilità dell’indice di qualità dell’aria

L’obiettivo centrale dell’indice è quello di tradurre dati tecnici complessi, rilevati dalle centraline ambientali, in un giudizio semplice ed accessibile a tutti, tramite una scala di valutazione spesso accompagnata da codici colore e termini descrittivi come “buona”, “accettabile”, “scadente”, “pessima”. È uno strumento adottato dalle agenzie regionali per la protezione ambientale e da istituzioni come l’Agenzia europea per l’ambiente, che ne assicurano la coerenza scientifica.

L’indice viene diffuso giornalmente, solitamente come valore aggregato per ciascuna provincia o area urbana, e permette di interpretare rapidamente lo stato dell’aria senza la necessità di competenze specialistiche. Inoltre consente alle amministrazioni di intervenire tempestivamente in caso di concentrazioni critiche, ad esempio attraverso blocchi del traffico o altre misure per la salute pubblica.

Quali inquinanti concorrono al valore finale?

L’indice di qualità dell’aria si basa sull’analisi simultanea di diversi inquinanti atmosferici, che variano leggermente a seconda del territorio e degli standard (nazionali o europei) applicati. I principali inquinanti considerati sono:

  • PM10 (particolato con diametro inferiore a 10 micron): derivato da combustioni, traffico veicolare, processi industriali e fenomeni naturali, è tra i principali responsabili delle patologie respiratorie.
  • PM2.5 (particolato fine con diametro inferiore a 2,5 micron): ancora più pericoloso perché penetra nei polmoni più in profondità, è prodotto da combustioni e industrie.
  • Ozono troposferico (O?): si forma per reazioni chimiche tra altri inquinanti in presenza di luce solare, soprattutto nei mesi estivi.
  • Biossido di azoto (NO?): tipico dei centri urbani e delle zone di traffico intenso, dovuto principalmente alla combustione di carburanti fossili.
  • Monossido di carbonio (CO): legato ai motori a combustione incompleta e a riscaldamenti domestici obsoleti.
  • Biossido di zolfo (SO?): principalmente emesso da impianti industriali e combustione di carbone o olio combustibile.

Ognuno di questi inquinanti viene rilevato tramite analizzatori automatici di ultima generazione, installati nelle centraline di monitoraggio, che registrano le concentrazioni nell’arco delle 24 ore e consentono di individuare tempestivamente eventuali picchi.

Come viene calcolato matematicamente?

Il calcolo dell’indice di qualità dell’aria non prevede una semplice media aritmetica dei valori di tutti gli inquinanti. Per ciascuna sostanza, viene attribuita una “sottoclasse” di qualità dell’aria incrociando la concentrazione misurata con le soglie di legge stabilite dal decreto legislativo 155/2010 e dalla normativa europea.

Ogni inquinante è associato a un valore di riferimento (limite di legge) che, se superato, determina l’appartenenza alle diverse classi (ad esempio, “buona”, “accettabile”, “scadente”, ecc.). I limiti più rilevanti sono:

  • PM2.5: 25 µg/m³
  • PM10: 50 µg/m³
  • CO: 10 mg/m³
  • O?: 180 µg/m³
  • NO?: 200 µg/m³
  • SO?: 350 µg/m³

Il valore finale dell’indice di qualità dell’aria per una data zona e giornata specifica corrisponde sempre al peggior dato tra quelli rilevati: si prende quindi il punteggio più alto (cioè quello associato alla qualità peggiore) tra tutti gli inquinanti monitorati in quel luogo. Questo approccio, chiamato “principio del massimo” o “worst case”, garantisce una valutazione cautelativa e trasparente dello stato di salute ambientale.

Esempio pratico di calcolo

Se in una città, nella stessa giornata, i livelli di PM10 e NO? risultano sotto i limiti, ma l’ozono supera il proprio limite di legge, sarà proprio quest’ultimo a determinare la classe finale dell’indice: anche se gli altri inquinanti sono a livelli accettabili, la presenza di un solo parametro critico comporta un giudizio negativo per l’intera area. Questo metodo assicura che nessuna fonte di rischio venga sottovalutata.

Classi, colori e giudizi per interpretare il risultato

L’indice di qualità dell’aria viene poi trasferito su una scala cromatica e numerica che varia leggermente nelle diverse regioni italiane, ma in genere presenta 5 livelli principali:

  • Buona (verde): condizioni ottimali, concentrazioni ampiamente al di sotto dei limiti
  • Accettabile (giallo): valori prossimi ma inferiori ai limiti di legge
  • Scadente (arancione): livelli che si avvicinano preoccupantemente al limite o che lo superano di poco
  • Pessima (rosso): livelli ben superiori ai limiti di riferimento, situazione critica
  • Molto pessima (marrone o viola): concentrazioni pericolose, con rischio per la salute della popolazione maggiormente esposta

Solitamente, alle diverse classi di qualità sono associate indicazioni di comportamento, come il consiglio per le persone fragili di limitare le attività all’aperto o l’attivazione di misure di urgenza da parte delle autorità locali.

Come leggere e utilizzare l’indice per la salute e la prevenzione

L’interpretazione dell’indice di qualità dell’aria è semplice: più basso è il valore riportato (e più il colore tende al verde), migliore è la situazione atmosferica e minori sono i rischi per la salute. In presenza di valori elevati, invece, è importante adottare comportamenti prudenti:

  • Limitare il tempo all’aperto, soprattutto per soggetti sensibili come bambini, anziani e persone con patologie respiratorie.
  • Evitare attività fisica intensa nei momenti di massima concentrazione di inquinanti.
  • Monitorare costantemente tramite siti istituzionali o app dedicate i valori dell’indice nella propria zona.

In conclusione, l’indice trasmesso al telegiornale rappresenta una guida fondamentale per comprendere la qualità dell’aria nella propria città e per agire in modo consapevole a tutela della propria salute e di quella collettiva, facendosi interprete di uno strumento di prevenzione e responsabilità condivisa.

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